domenica 11 gennaio 2015

Hannibal [libro] - Recensione

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"I suoi supervisori hanno mai dato prova di possedere qualche valore, Clarice? 
E i suoi genitori, ne hanno mai dato prova? Se sì, quei valori erano gli stessi? 
Scruti dentro l'onestà di quel ferro e me lo dica. Ha deluso la sua defunta famiglia?"

Continua il viaggio in Hannibaland alla scoperta di tutto ciò che riguarda il personaggio di Hannibal Lecter e i suoi "compagni di avventura": cominciamo ad analizzare Hannibal, il terzo libro della serie.

(Se non conoscete libri e film, potrebbero esserci spoiler per le prossime stagioni della serie tv)

Hannibal è un thriller del 1999, scritto dall'americano Thomas Harris. I più di dieci anni passati dal precedente hanno creato una grossa aspettativa e il libro ha venduto velocemente tutti gli 1.6 milioni della prima stampa nell'estate del '99 e ha continuato a vendere moltissimo negli anni sucessivi.

Dopo il successo mondiale de "Il silenzio degli innocenti", ad Harris era stato proposto di fare un nuovo film ancora prima che uscisse il libro e nel 2001 è arrivato sugli schermi l'omonimo "Hannibal" con la regia di Ridley Scott.


Sette anni dopo gli eventi de "Il silenzio degli innocenti", Clarice Starling ha smesso i panni della studentessa inesperta ed è diventata un'agente dell'FBI molto competente, che svolge il suo lavoro in modo impeccabile. Peccato che una combinazione tra la sua poca diplomazia e i nemici potenti che si è fatta nell'indagine Buffalo Bill, come Paul Krendler, non le abbia permesso di fare carriera e si ritrovi a essere continuamente trasferita da una squadra all'altra, senza alcuna possibilità di essere assegnata a quella di Jack Crawford come vorrebbe.

La ragazza viene chiamata dall'ex istruttore di tiro, ora grande amico, John Brigham per partecipare all'azione per la cattura della trafficante Evelda Drumgo; purtroppo una fuga di notizie ha compromesso l'operazione e quando i trafficanti sparano agli agenti che sono con lei, colpendo anche Brigham, Clarice si vede costretta ad aprire il fuoco e ad uccidere 5 persone, compresa Evelda che tiene il figlio neonato in braccio come scudo.
Pur avendo agito in completa buona fede, quando i giornali iniziano a definirla "l'angelo della morte dell'FBI", i suoi capi pensano di usarla come capro espiatorio e di addossarle la colpa per il fallimento dell'operazione.

Per Clarice le cose si mettono male e rischia di essere cacciata dall'FBI, ma viene aiutata, su sollecito di Crawford che cerca di proteggerla, da Mason Verger, uno dei pochi sopravvissuti alla brutalità di Hannibal Lecter.
Verger è l'erede di una grossa azienda che alleva maiali e vende la loro carne, ma è anche un pedofilo e strupratore; una ventina di anni prima, obbligato dal tribunale a incontrare uno psichiatra, Mason ha iniziato una terapia con Lecter e si è vantato con lui delle crudeltà compiute. Il dottore lo ha quindi drogato e costretto ad auto-asportarsi parte della faccia, dandola poi in pasto ai cani. Sopravvissuto per miracolo e costretto a letto con la possibilità di muovere solo qualche dito, Mason medita vendetta da allora ed è disposto a tutto per trovare Lecter, che ha intenzione di far mangiare ai suoi maiali per una morte lenta e dolorosa.
Verger si rivolge a Clarice per riaprire il caso Lecter e la ragazza riprende l'indagine cercando nuovi indizi e concentrandosi in particolar modo sulle cose di lusso che Hannibal ama comprare, come macchine, cibo, vino, argenterie, porcellane, biglietti per opera e concerti.

Intanto Lecter, dopo essersi fatto asportare il sesto dito che aveva sulla mano e aver fatto qualche piccolo cambiamento chirurgico al volto, si nasconde (in bella mostra) a Firenze con lo pseudonimo di "dottor Fell" e fa sfoggio della sua cultura per diventare curatore della biblioteca Capponi.
Inoltre non manca di mantenersi informato su Clarice e la sua carriera, scrivendole una lettera di incoraggiamento quando la ragazza è in difficoltà.
Insospettito dal comportamento di "Fell", c'è il commissario Rinaldo Pazzi, un poliziotto italiano salito alla ribalta per aver arrestato il "Mostro di Firenze" e poi divenuto un reietto della società quando si è capito che si trattava della persona sbagliata.
Pazzi scopre che Fell non è altri che Lecter e decide che, invece di arrestarlo, preferisce venderlo a Verger e riscattare la taglia di 3 milioni.
Confermata l'identità di Hannibal, grazie ad uno stratagemma che permette a Pazzi di ottenere una sua impronta, a discapito della vita di un uomo, Verger manda i suoi scagnozzi a Firenze: si tratta dei fratelli Carlo e Bruno Deogracias e Piero e Tommaso Falcione, rapitori sardi di professione che hanno allevato per anni dei maiali abituandoli a mangiare la carne umana con un originale sottofondo musicale.
Hannibal, però, capisce che Pazzi lo ha smascherato e lo uccide in modo plateale ricreando l'impiccagione a Palazzo Vecchio del suo antenato Francesco de' Pazzi; ucciso anche Bruno, scampa ai sardi e fugge nel Maryland dove si sistema comodamente in una casetta senza perdere le sue abitudini come acquistare solo cose pregiate, tenere d'occhio Clarice e uccidere chi non rispetta i suoi alti standard di educazione.

Intanto Verger ha capito che gli conviene servirsi di persone con maggior influenza di Clarice per i suoi piani e, accordatosi con Krendler, decide di usare la ragazza come esca inconsapevole. Così quando in America vengono a sapere cosa è successo a Firenze, Krendler coglie l'occasione per incolpare nuovamente Clarice, grazie a una falsa pista creata ad hoc da Verger: la ragazza viene accusata di aver avvisato Hannibal che stavano per catturarlo tramite un annuncio su un giornale e viene sospesa a tempo intederminato con ritiro di pistola e distintivo.
I metodi di Clarice per la ricerca del dottor Lecter iniziano a funzionare ma ormai è troppo tardi perché lei possa prendersene il merito: l'assassinio di un cacciatore di frodo permette di trovare un ciglio di Hannibal, confermando che lui si trova nelle vicinanze, mentre il controllo mirato sui suoi acquisti tipici, permette di avere qualche dettaglio sul furgoncino che utilizza.
Verger ha già messo in moto il suo piano: fatti arrivare i sardi e i loro maiali nella sua villa in Maryland, mette Clarice sotto stretta sorveglianza perché convinto che Hannibal la rintraccierà.
Infatti il giorno del compleanno della ragazza, il dottore la segue per metterle un regalo nella macchina e i sardi riescono a sedarlo e rapirlo; Clarice assiste impotente alla scena e qualsiasi suo tentativo di coinvolgere le autorità viene previsto e ribaltato contro di lei da Mason, così la ragazza decide di intervenire da sola e corre a casa Verger. Qui trova Hannibal legato e prossimo alla dolorosa tortura organizzata da Mason; lei riesce a liberarlo e a sparare ai sardi, ma non prima di essere colpita da due dardi narcotizzanti e mentre Hannibal la porta in salvo, Margot Verger approfitta della situazione per uccidere il tanto odiato fratello.
Arrivato a casa con Clarice, Hannibal continua a narcotizzarla e inizia una sorta di lavaggio del cervello per liberarla dalle questioni irrisolte del passato, come il suo rapporto con il padre; dopo qualche giorno, Hannibal rapisce Krendler e organizza una cena a base del suo cervello.

Tre anni dopo Clarice e Hannibal girano il mondo seguendo l'arte e il buon cibo e lei non ha più bisogno di droghe perché dimostra di apprezzare i modi e le idee di Lecter e sembra aver accettato di buon grado il nuovo stile di vita.


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Questo libro è per molti versi completamente differente dai precedenti. Per prima cosa, pur avendo sempre trattato argomenti parecchio violenti, stavolta Thomas Harris è riuscito a creare un'atmosfera molto più horror e splatter, non adatta ai deboli di stomaco. Infatti l'Hannibal Lecter libero dà il "meglio" di sè nel campo dell'omicidio recuperando il tempo perso in prigione. E non dimentichiamoci che riesce a dare un nuovo valore all'espressione "usare il cervello", in una scena finale davvero raccappricciante.
Ma a contendergli la scena di super-cattivo c'è Mason Verger, un uomo disgustoso che agisce guidato dalla vendetta e che è reso ancora più terribile nelle sue azioni perché convinto di agire nel giusto grazie alla sua distorta visione della religione. Tra le cose commesse in passato e i piani orditi ai danni di Lecter, Mason fa davvero accapponare la pelle.
A rincarare la dose di cattiveria ci pensa Paul Krendler, che agisce in modo molto meno evidente, certo, ma non per questo meno crudele e dannoso: rozzo, arrogante fino all'inverosimile, così maschilista da essere ridicolo, credo sia impossibile non odiare lui e le insensate bassezze che fa subire alla povera Clarice, tanto che non si può fare a meno di augurargliene di tutti i colori. 

Novità di questo romanzo sono le piccole parti descritte come se seguissimo la scena dall'alto e prendendo le distanze da tutti i personaggi: questi piccoli brani sono pensati in modo così cinematografico che la scena nella mia testa spostava l'inquadratura all'indietro come una telecamera che si allontana per allargare il campo, permettendo di osservare meglio tutti i particolari.

Interessante il modo in cui viene trattato il personaggio della Starling: la lunga (forse anche un po' troppo) parte iniziale ci permette di conoscere la nuova Clarice e di vedere come è cambiata negli anni successivi alla fuga di Lecter. Ci viene mostrato il suo carattere forte, la determinazione che le deriva dal passato e il profondo senso di giustizia che la guida.
E poi assistiamo alla lenta disgregazione di tutte le sue certezze con Lecter che lavora a distanza per entrare nella sua testa e muove i fili da dietro le quinte per gestire la situazione a suo piacimento: le scrive le giuste parole per rinforzare la sua autostima e supportarla quando ne ha più bisogno, si organizza accuratamente per procurarsi ciò che gli serve in vista di quando riuscirà a passare del tempo con lei, si assicura che lei vada a salvarlo sapendo che non può sopportare nessuna tortura dopo la morte dei famosi agnellini.
Alla fine vediamo il drastico cambiamento: Clarice, cresciuta nell'onestà e nella rettitudine, abbandona la strada della giustizia che la rendeva infelice e imbocca senza rimorso quella offertale da Lecter.

Non posso nascondere l'amarezza per il "passaggio al lato oscuro" di Clarice, soprattutto considerando la solidità dei suoi principi, ma Harris è riuscito a spiazzarmi perché un finale così non me lo sarei mai aspettato. E alla fine l'effetto sorpresa vince su qualsiasi disappunto.
Devo dire che ho davvero apprezzato che Harris non sia stato banale perché in questo caso concludere la storia con l'arresto o la morte di Hannibal e/o Clarice sarebbe stato scontato e avrebbe richiamato troppo i precedenti romanzi. Lo scrittore, invece, ha puntato sulla relazione dei protagonisti, sviluppando al massimo le capacità manipolative del dottor Lecter e portando Clarice oltre il punto di rottura. Questa volta niente vittoria del bene sul male, ma Hannibal ha portato a termine il suo piano ed è riuscito a scavare profondamente in Clarice fino a plasmarla e a far uscire quel lato che nemmeno lei sapeva di avere.

In definitiva il voto è 4:


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A domenica prossima con  Parte prima: Capitoli 1-16 - Approfondimento

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