venerdì 10 gennaio 2014

Fantaghirò (II parte) - Recensione

 

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Avevamo lasciato Fantaghirò in procinto di partire per la guerra. Dopo un'infanzia di ribellione alle restrizioni che aveva in quanto donna e dopo intense lezioni di scherma (vabbè, era mezza giornata, ma lei è Fantaghirò), scopre che per far finire la guerra, lei e le sorelle devono intervenire e combattere contro Romualdo, il re del regno nemico. (Ricordo che Fantaghirò e Romualdo si erano intravisti e innamorati nel bosco, senza sapere chi fosse realmente l'altro).
Fantaghirò, per dimostare la sua determinazione ad aiutare il padre nella guerra, si è tagliata i capelli: essenso assolutamente irriconoscibile, metto le foto del prima e dopo, sia mai che le confondiate:
    
Questa è Fantaghirò con i capelli lunghi
Questa è Fantaghirò con i capelli a scodella (ed evidentemente dopo una lampada!)
            


Le tre sorelle si preparano a partire ma nessuno deve sapere che sono 3 donne, quindi inventano dei nuovi nomi:
Caterina diventa il cavaliere di Soriano (eh, indubbiamente un nome che incute timore): “Per volere di mio padre e del mio popolo”
Miao

Carlotta diventa il barone di Levriere (ahaha): “Per volere di mia sorella e...se riesco a cavarmela è un miracolo” (beh, l'importante è crederci)
Bau

 Fantaghirò diventa il conte di Valdoca: “Verso la vittoria. La voglio e la otterrò”
Quack

 Evviva, dai che potete farcela, forza...no, aspetta, ma che succede?
Questa roba informa, sarebbe una delle sorelle/inutili che si è incastrata in un albero
 "Vabbè Fantaghirò, noi ci abbiamo provato, ma a momenti mi spezzavo un'unghia. Che scherziamo? Tu vai pure, ci vediamo a casa, tante care cose"

Fantaghirò/conte di Valdoca vaga da sola per il bosco e arrivata ad un valico, dove incontra Romualdo con i fidati Ivaldo e Cataldo; nessuno vuole cedere il passo all’altro, così inizia un duello. Fantaghirò/conte di Valdoca fa cadere Ivaldo (o Cataldo? Boh, e chi li riconosce) semplicemente schivandolo mentre la attacca e disarma Cataldo (o Ivaldo?) con poche mosse. A questo punto l’oca/strega bianca/cavaliere bianco/topo interviene facendo inciampare Fantaghirò. (Eh, cominciava a mancarmi, era ora che combinasse qualcosa).
Comunque il colpo fa alzare la visiera dell’elmo e:
 

avete presente il primo sguardo che si erano scambiati e i discorsi di Romualdo e l’ammmore infinito  e non ci sarà più nessun’altra… beh, ce l’ha lì davanti, la guarda bene in faccia e non la riconosce. Cioè, gli viene un po’ il dubbio, ma non è mica sicuro.

Torna a casa e continua a pensare a lei: non mangia, non beve, non guarda la danzatrice più bella del reame andata lì apposta per lui...
 
Vabbè, un po’ la guarda e le fa l'occhio da pesce lesso mentre questa si dimena sul tavolo,
ma non si lascia incantare e si avvicina solo per chiederle “Qual è la cosa che spaventa di più una donna?” Lei gli sussurra qualcosa all’orecchio e lui ha subito pronto un piano. 

Romualdo invita Fantaghirò/conte di Valdoca a una batuta di caccia e la sfida a uccidere la sacra bestia, quella dentro alla caverna della rosa d’oro. (Quella a cui il padre voleva sacrificarla quando è nata, per interderci)
Fantaghirò accetta senza pensarci due volte ed entra a capofitto nella grotta, anche se Romualdo cerca di fermarla. Il piano, infatti, non era quello di mandarla davvero nella grotta, ma solo di vedere se avrebbe avuto il coraggio di accettare la sfida. 
La danzatrice gli aveva rivelato che la cosa che spaventa di più una donna è la sacra bestia, famosa perché divora crudelmente le donne e quindi Romualdo, dubitando che Fantaghirò/conte di Valdoca fosse uomo, era sicuro che si sarebbe rifiutata di entrare nella grotta. (Che genialata, non c'era nient'altro che potevi fare? Se hai il dubbio che che lei sia il tuo grande amore, ti sembra normale darla in pasto ad un mostro?) 
Lei, però, non si lascia spaventare e si addentra sempre più. Arrivata alla rosa d’oro appesa al soffitto, il mostro le parla e lei scopre che la grotta intorno a lei è la bocca stessa del mostro
 
e quelle rocce che spuntano sarebbero i denti.
Su suggerimento dell’oca/strega/eccetera eccetera che si era portata comodamente nella borsa (cosa non metteremmo noi donne nelle borsette!) capisce che la rosa d'oro è l’ugola del mostro e quindi, dato che “non si può mangiare e ridere nello stesso tempo”, usa una penna dell’oca per fare il solletico all’ugola 
 
facendo morire il mostro… per il troppo ridere.
Ceeerto, credibilissimo!! E una volta uscita, ha pure il coraggio di dire a Romualdo “Era simpatico, abbiamo riso molto insieme”.

A questo punto Romualdo non capisce più niente, il suo piano non ha funzionato e lui è disperato. Per fortuna Ivaldo (sono quasi certa che sia Ivaldo e non Cataldo, ma i due sono praticamente uguali e nessuno li chiama mai per nome) chiarisce la questione “allora non è né uomo né donna”. Ok, aggiudicato. 
No, Romualdo non ci sta, vuole una prova definitiva ed ecco l’idea geniale di Cataldo (?): una gara di nuoto. (Non ci potevi pensare prima? Non era un piano decisamente più semplice e immediato? E meno distruttivo?)
Fantaghirò sa che se farà la gara verrà scoperta, (io ho i miei dubbi. Se non l'hanno riconosciuta con la calzamaglia, cosa vuoi che ne capiscano? Neanche fosse Miriam) perciò ordina ad un soldato di venirla a cercare appena prima che sia costretta a spogliarsi per entrare in acqua, con una finta convocazione del re che le dia la scusa per andrasene. Però, forse, commette un errore di valutazione nella scelta del soldato:
soldato che cerca di finire tutto il vino prima che vada in aceto
 inoltre l’oca/ strega/cavaliere/topo interviene e fa in modo che l’uomo non si presenti.

Fantaghirò non si perde d’animo e fa di tutto per evitare di essere scoperta: prima rende grazie agli dei per prendere tempo, poi comincia a sfottere Romualdo “io vi immaginavo più forte. Siete gracilino”
Romualdo che cerca di darsi un tono, pur indossando quel ridicolo costumino
(da notare il vecchio inquietantissimo che lo fissa da dietro)
 
Poi lo stuzzica fino a farlo arrabbiare e a iniziare un duello con le spade:

 
 

dopo qualche difficoltà, lei lo disarma, e gli punta la spada alla gola; però non ha la forza di ucciderlo e fugge a casa. 
Il padre scopre quello che ha fatto e la punisce per non aver portato a termine la missione.
Anche se ha praticamente vinto la guerra da sola? Anche se sua figlia ha fatto qualcosa che le altre donne non si sognavano nemmeno? 
Sì, che poi non si dica che il re è troppo buono!: isolamento a vita in una torre.
Oooh, che esagerato! E a quelle inutili delle sorelle che fai, allora? 
Ah, a loro niente?
 

Intanto Romualdo, sapendo di essere stato sconfitto, si presenta spontaneamente dal re per dare la sua vita. Il re lo perdona e lo grazia (cosa, lui lo grazi e tua figlia la rinchiudi in una torre?!?), accettando di siglare la pace, in cambio di un matrimonio con una delle sue figlie. Romualdo però, dato che è troppo innamorato di quella donna che ha visto una volta solo e che poi non ha più riconosciuto, decide di rinunciare al matrimonio e lasciare il regno a Cataldo e Ivaldo che si sposano  con le sorelle Caterina e Carolina.

Romualdo vorrebbe andarsene, ma Caterina lo convince ad andare sulla torre di Fantaghirò. 
Lei, intanto, aiutata da…rullo di tamburi…dalla strega bianca (ma va? Davvero? Non l'avrei mai detto!), capisce di amare Romualdo e si prepara a vederlo. No, aspetta: “Ma guardate come sono ridotta!” dice alla strega, perché va bene usare la spada, va bene fingersi uomo e girare per i boschi, ma non vorrai mica andare in giro spettinata, no, non sta bene.
"Ah, ma a questo ci penso io", dice la strega con voce inquietante.
E finalmente si incontrano, occhio da pesce lesso lui (oh, ma vuoi vedere che è lei?), sguardo commosso lei (Ma ti ci voleva tanto per riconoscermi? Non partiamo tanto bene, eh!)...

   
   
   
Romualdo: Perché arrossisci?
Fantaghirò: Non avevo mai baciato un cavaliere prima d'ora.
Romualdo: Nemmeno io.


continua:
Fantaghirò 2 (I parte) (II parte)

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