"...and the Woman Clothed in Sun" Hannibal 3x10 - Recensione

Per la prima volta abbiamo avuto un episodio senza Will o Hannibal come protagonisti, ma il fantastico Richard Armitage non ce ne ha fatto sentire la mancanza, con una performance che in soli 3 episodi e una cinquantina di parole al massimo si è guadagnato con le unghie e con i denti, letteralmente, un grande posto nella serie.
Sinceramente sono stupita da come sia riuscito a rinnovare così tanto un personaggio che era già stato rappresentato più di una volta e mi piace che finora quello che abbiamo visto di lui sia completamente scollegato da qualsiasi azione brutale, anche se sicuramente poi sarà molto più difficile affrontare quello che verrà.

Avevamo lasciato Dolarhyde al telefono con Hannibal e riprendiamo proprio da lì, con i due che parlano in modo così coinvolto che sembrano a quattr'occhi; Hannibal non ci ha messo molto a intuire con chi ha a che fare e non si fa scrupoli ad approfittare di Dolarhyde fingendo di reggergli il gioco e stuzzicando il suo ego.

Se da un parte il Red Dragon, la parte bestiale di Dolarhyde, sta diventando sempre più forte, scopriamo anche quanto il suo lato umano sia stato colpito dall'incontro con Reba McClane: la donna lo ha trattato con una delicatezza assolutamente nuova per lui e ora Francis è così coinvolto che diventa praticamente un altro uomo, capace di intuire i desideri della donna che gli sta davanti e pronto a renderla felice. Dolarhyde, infatti, accompagna Reba allo zoo per l'esclusiva possibilità di toccare una tigre:

Per lei questa esperienza è stato sicuramente emozionante, ma quello più colpito rimane Dolarhyde, che osserva la scena con un misto di disagio e attrazione, come se le mani di Reba stessero accarezzando direttamente lui.
L'impatto che ha Reba su Dolarhyde è così forte, sia fisicamente che mentalmente, che lui è pronto per un altro passo: la sua prima esperienza con una donna consenziente e viva (tanto che deve controllare cos'è quel rumore che le viene dal petto, perché non è abituato)

Sono passi avanti.

Un altro importante incontro è quello che avviene tra Will e Bedelia, che si ritrovano per parlare del loro argomento preferito, Hannibal, senza risparmiarsi ogni sorta di frecciatina:

Mentre con il resto del mondo Bedelia continua a recitare la parte della vittima, con Will può gettare la maschera e i due hanno un lungo e profondo (per non dire incasinatissimo) discorso che comprende metafore su animali moribondi e sfide su chi fosse più in sintonia con Hannibal.
La donna racconta a Will di come il viaggetto a Firenze non fosse altro che una lunghissima seduta psichiatrica sotto copertura, nonostante la consapevolezza di aver causato qualche danno lungo il percorso (Antony Dimmond saluta). Poi ammette che questa non è la prima volta che il desiderio di proteggere Hannibal le fa superare il limite, cosa che è successa anche con Neal Frank:

Neal è diventato paziente di Bedelia dopo aver abbandonato le cure di Hannibal, perché aveva scoperto che il dottore praticava delle strane tecniche che lo facevano peggiorare invece che migliorare. Dopo aver saputo che Bedelia non aveva intenzione di accusare Hannibal e che intendeva anzi continuare con la terapia suggerita da lui, Neal si è infervorato così tanto da iniziare a strozzarsi con la sua stessa lingua e la reazione di Bedelia non è quella che ci si potrebbe aspettare: vedendo che non c'era modo di aiutarlo, lo aiuta a morire.

La reazione estrema che ha avuto la donna, ci viene spiegata da lei stessa subito dopo, quando chiede a Will cosa pensa quando vede un uccellino ferito. Lui dice che il suo primo istinto è quello di aiutarlo perché debole, mentre la donna afferma che la vulnerabilità le ispira instintavamente il desiderio di uccidere: per Bedelia entrambi questi istinti sono naturali e anche un atto di estrema violenza, se compiuto per una giusta ragione, è simbolo di grande compassione.

Ora che la vita di Dolarhyde è stata completamente sconvolta dall'arrivo di Reba e tutte le sue convinzioni sono state messe alla prova, facendo stridere tra loro l'uomo e la bestia, l'uomo prende una decisione estrema: deve mangiare il quadro che sembra avere così tanto potere su di lui.

Nel frattempo, però, Will ha indagato sul simbolo trovato inciso sull'albero di casa Jacobi e, grazie ad un suggerimento di Hannibal, capisce che c'è un legame con il quadro di William Blake nel museo di Brooklyn. Qui si trova davanti proprio a Dolarhyde che ha appena finito di cenare: lo sguardo che si scambiano lascia pochi dubbi che i due si siano riconsciuti

e la successiva mossa di wrestling toglie qualsiasi incertezza.


Tutti i post:

  Hannibaland

Segui Hannibaland su Facebook  -  Twitter  -  Tumblr