Ecco la recensione senza spoiler:
Titolo: L'analfabeta che sapeva contare - Analfabeten som kunde räkna
Autore: Jonas Jonasson
Anno di pubblicazione: 2013
Genere: Romanzo
Pagine: 480
Voto:
Trama:
E' il primo libro che leggo di questo autore e devo dire che mi ha davvero stupito, perchè la storia è originale e molto (ma mooooooolto) elaborata:
Nombeko è una ragazza di colore sudafricana che, pur non avendo avuto nessuna istruzione, è bravissima con i numeri. Dopo che abbandona il paese poverissimo in cui vive, comincia per lei un'avventura lunghissima che la porta a conoscere un ingegnere ignorante, il segretario del partito comunista cinese, una persona che non esiste, due agenti del Mossad, tre ragazzine cinesi abili nella falsificazione di opere d'arte, una baronessa che coltiva patate, il re della Svezia... ma lei è sempre pronta ad affrontare le nuove sfide, nonostante negli '60 per una donna di colore non fosse affatto facile.
Commento:
Il libro riprende fatti storici realmente accaduti, anche se riadattati per l'occasione, e gioca proprio nella costruzione di una trama altamente improbabile ma non impossibile.
La scrittura è molto scorrevole e il libro non è mai noioso, pur essendo tutt'altro che breve (circa 500 pagine); i personaggi sono tutti ben caratterizzati e, anche se Nombeko è la protagonista, ognuno ha lo spazio necessario per la propria storia.
Le battute sarcastiche e le situazioni volutamente paradossali, lo rendono davvero divertente, provocando non solo qualche sorriso ma vere e proprie risate.
Detto questo, ammetto che mi è piaciuto anche più del più famoso "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", quindi lo consiglio vivamente.
“Temo che dovremo trasferirti. Di nuovo alle maestranze ordinarie.”
In effetti era più di quanto avevano offerto al suo ex capo. Nombeko pensò che quel giorno l’assistente dovesse essere di buonumore.
“Ah sì?”
“Ah, sì? è l’unica cosa che hai da dire?” sbottò Piet du Toit irritato.
“Mah, potrei spiegare al signor du Toit che razza di idiota è il signor Piet du Toit, ma farglielo capire sarebbe tempo perso, come mi hanno insegnato gli anni trascorsi tra gli svuotatori di latrine. Anche qui esistono i deficienti, sa, signor du Toit. Meglio andarsene da qui così uno non dovrà vedere mai più il signor du Toit,” concluse Nombeko prima di mettere in pratica quello che aveva appena detto.
Nessun commento:
Posta un commento