Dopo la puntata spezzacuore della scorsa settimana, stavolta puntatina leggera con una trama semplice ma nel complesso molto divertente.
Siamo nell'Inghilterra del 1600, nel bel mezzo della "caccia alle streghe", quando il fanatismo portava alla morte di persone basandosi su congetture e accuse improbabili, senza giusti processi. È proprio di queste assurdità che si prendono gioco Shearsmith e Pemberton, tornando protagonisti nei panni di Mr Warren e Mr Clarke, due cercatori di streghe per professione.
Il caso in questione si svolge a "Little Happens" ("visitate lo stagno con la papera...e la panchina, non dimenticate la panchina"), piccolo paesino vicino a "Much Happens": Clarke e Warren sono stati chiamati dal giudice Pike, un uomo esageratamente felice di assistere ad un processo che può attirare molta gente al paese.
Abbiamo anche modo di assistere al primo selfie della storia:
La streg...ehm, l'accusata è Elizabeth Gadge, una donna da poco vedova che abita in casa con la figlia Sarah e il genero Thomas Nutter
A queste accuse ridicole si aggiungono quelle di George Waterhouse, un creditore del marito che dice di aver visto la donna "uscire fuori dalla finestra in sella ad un badile, volare fino al Sabbat, baciare il sedere del diavolo e divorare la faccia di un bambino".
Con gioia del giudice Pike, Warren passa alla fase della tortura:
Rimandato il processo al giorno seguente, Clarke tenta di far vedere al collega l'evidente assurdità della situazione, ma Warren sembra cieco a qualsiasi ragionevolezza e arriva a forzare un po' la mano pur di avere ragione, sbriciolando del formaggio vicino a Elizabeth Gadge in modo da far accorrere il top... ehm, volevo dire il potente demone.
Clarke, però, non può sopportare di giustiziare un'innocente, quindi decide di sopraffare Warren e di sostituirlo alla donna, mandandolo al rogo al suo posto.
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