"Ma febbraio, a cui è stato intimato di tenere la bocca
chiusa, è gravido di vita. Non può farlo sapere ma è in dolce attesa, forse è
per questo che è il mese più corto: non ce la fa più a trattenere la Vita!"
Recensione senza spoiler:
Titolo: Alto come un vaso di gerani
Autore: Giacomo Poretti
Anno di pubblicazione: 2013
Genere: Biografia
Pagine: 150
Voto:
Trama:
Giacomo, "quello di Aldo, Giovanni e Giacomo" che però stavolta parla solo per sè, racconta al figlio la sua vita: l'infanzia nel piccolo paesello Villa Cortese, le prime esperienze nel teatro, i primi lavori, il trasferimento a Milano, l'incontro con la madre.
La storia è semplice e chiara, senza pretese, ma riesce a coinvolgere fin da subito e l'espediente della lettera al figlio permette l'uso di un linguaggio particolarmente delicato e tenero; non ci sono risate a crepapelle ma davvero moltissimi sorrisi.
Una nota di merito alle introduzioni ai capitoli dedicate alle stagioni: davvero bellissime, così poetiche da lasciare senza parole:
Maggio arriva direttamente in mezzo al petto. I suoi colori e il suo tepore li percepiamo in mezzo al cuore. Maggio ha l’odore del gelsomino, del mughetto, della ginestra, della zagara. I profumi di maggio eccitano, stordiscono, confondono. Per la prima volta il corpo conosce l’eccitazione: la realtà diventa una promessa, tutto diventa possibile, ogni cosa è bella e desiderabile.
La Vita ha preso la forma di un cucciolo di animale: corre festoso e instancabile verso tutti e in ogni dove, non vuol mai riposare perché, quando si ferma, l’ombra dell’inquietudine l’assale. La Vita è cresciuta e corre all’impazzata contromano dentro il sangue.
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